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Microfono a tubo di interferenza: cos’è?

Oggi parliamo di uno dei nostri più inseparabile amico: il microfono a tubo di interferenza. Molti lo chiamano semplicemente microfono “fucile” o “boom” ma il suo nome proprio è microfono a tubo di interferenza.

Rientra nella categoria dei microfoni a condensatore, proprio come quelli che potete vedere in studio nei video dei cantanti, ma la sua forma è decisamente caratteristica.

Come tutti i microfoni a condensatore, nelle sue versioni analogiche, funziona solo in presenza della corretta alimentazione a 48V, anche conosciuta come alimentazione “phantom”. Il motivo del suo nome e il suo funzionamento magari sarà oggetto di un prossimo post.

Ciò che lo differenzia dai microfoni da studio è la sua forma che ha una ergonomia riferita ad una funzione ben precisa.

Il tubo di interferenza

Avrete tutti notato la presenza lungo la “canna” del microfono di alcune fenditure orizzontali che si susseguono. Bene, la parte del microfono che presenta queste fenditure, costituisce proprio il tubo di interferenza.

microfono microphone boom shotgun

 

Per capirne la funzione dobbiamo chiarire un piccolo concetto di fisica acustica.

Fase e controfase

Tutti noi sappiamo che una onda sonora monofrequenziale (come una ipotetica nota musicale pura) può essere rappresentata da una sinusoide.

N.B. Nella realtà non esistono onde sonore con una solo frequenza ma le necessità di studio scientifico richiedono delle semplificazioni. La realtà è troppo complessa per essere studiata in sè e quindi necessita di modellizzazioni che la rappresentino semplificata. La scienza funziona così in barba a tutti gli pseudoscienziati complottisti!

Se potessimo riprodurre contemporaneamente due sinusoidi identiche fra di loro (cioè con la stessa ampiezza, la stessa lunghezza d’onda e la stessa fase) la loro somma sarebbe rappresentata da una nuova sinusoide di stessa lunghezza d’onda ma ampiezza doppia rispetto alla singola delle due. Se, invece, le nostre due ipotetiche sinusoidi fossero identiche per ampiezza e lunghezza d’onda ma fossero in perfetta inversione di fase (guarda figura sotto) allora la loro risultante sarebbe nulla ovvero non avremmo alcuna sinusoide, alcun suono.

phase sinus wave

Oltre a questi due casi opposti possiamo avere una miriade di casi in cui le due onde hanno fasi non identiche e di conseguenza la risultante di una loro somma sarà un’onda la cui ampiezza non è nulla ma minore della somma delle singole ampiezze.

Questo dal punto di vista pratico cosa comporterebbe? Nella realtà ogni suono è composto da un numero molto elevato di sinusoidi ognuno con la propria frequenza ed ampiezza (vengono chiamate PARZIALI).

La possibilità di porre alcune frequenze “non perfettamente in fase”, rispetto al microfono che le capta, comporta una loro diminuzione nell’ampiezza e conseguentemente nel “volume” di esse percepito dal microfono.

time harmonics wave lenght microfono

Cosa fa il tubo ad interferenza

Il tubo ad interferenza fa esattamente questo.

La capsula microfonica, infatti, è posta nella parte bassa del tubo (dopo le ultime scanalature. La funzione delle scanalature è proprio quella di deviare il suono che non giunge dalla parte frontale del microfono (la sua punta) facendolo giungere alla capsula lievemente sfasato. L’utilità che se ne ottiene viene definita “reiezione di ambiente” e consente di “percepire meno” il suono che non vogliamo, ovvero quello che non stiamo volontariamente “mirando” con la punta del microfono.

In parole povere, poiché nella maggioranza dei casi il microfono “fucile” viene utilizzato all’aperto, dove le fonti di rumore sono innumerevoli (a partire dal vento stesso), questo sistema riduce i rumori indesiderati, ovvero quelli che non provengono dal fronte del nostro microfono.

Si parla comunque di una riduzione parziale, che intacca una parte delle frequenze e riduce di la loro ampiezza.

Imparare quindi a puntare correttamente il microfono verso la fonte desiderata è fondamentale! Serve ad evitare il rischio di far rientrare il suono da noi desiderato nel “lato” delle frequenze sottoposte a diminuzione dell’ampiezza.

Per oggi vi saluto alla prossima per parlare di tecniche di ripresa stereo e superiori. Stay tuned!

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Simone Costantino AITS

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