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Che rapporto c’è tra dimensione e risoluzione dei display?

Come per gli altri argomenti inerenti le immagini e la loro percezione, anche per valutare le dimensioni e la risoluzione di un display, contano solo le caratteristiche dell’occhio umano.

Quando trattiamo un display, sia esso di una tv, di un portatile, dello smartphone, ma anche di un proiettore, la prima cosa che osserviamo è la sua dimensione, ciò perché anche da spento è un parametro misurabile e che non cambierà mai (nel tempo un display può essere meno luminoso, meno saturo, magari guastarsi, ma decisamente non cambierà dimensioni).

Come valutare, quindi, quale sia la dimensione adatta a noi?

Come si misura la dimensione di un monitor?

La dimensione, lo esprime la parola stessa, è la superfice del monitor, ovvero l’area visibile.

Si misura lungo la diagonale dello schermo e l’unità di misura è il pollice. La superfice totale è calcolabile facilmente in base al rapporto tra base è altezza (oggi la maggior parte di monitor sono 16:9, in passato 4:3, rari casi altre proporzioni).

In passato, quando la tecnologia non permetteva cornici molto ridotte, qualche costruttore “furbo” indicava la dimensione dei propri modelli esterna, ovvero a lordo della cornice che poteva a volte essere di diversi pollici. Oggi è assai raro, soprattutto perché una cornice può sottrarre tuttalpiù un pollice.

dimensione monitor pollici

L’errore più diffuso è comprare il monitor più grande che ci permetta il budget, seguito dal secondo errore di una scelta “sommaria”, effettuata in base a come ci sembri il monitor/tv/proiettore nel negozio o nei video on-line… ma questo è un altro argomento che potete approfondire nell’articolo dedicato alla qualità visiva dei display.

Come valutare allora la dimensione giusta? Dobbiamo per forza di cose valutarne prima la risoluzione.

Cos’è la risoluzione?

Nei display la risoluzione altro non è che la quantità di pixel presenti.

In base ai formati, per lo più standard, possiamo avere diverse quantità di pixel, ad esempio nei display fullHD, avendo 1920 pixel di base per 1080 pixel di altezza, ci sono circa 2 milioni di pixel complessivi, nell’ultrahd circa 8 milioni (3840×2160=8.294.400) e così via.

La percezione errata che abbiamo, dovuta probabilmente dagli esempi sul web, è la dimensione assoluta che esprime la risoluzione, come nell’immagine seguente.

È vero che la “risoluzione” aumenta, ma questo esempio visivo presuppone che ogni centimetro quadrato dei display abbia la stessa quantità di pixel, ovvero lo stesso PPI (pixel per pollice). Se la tv nell’immagine avesse una diagonale di 50 pollici, per l’8K avremo 176 PPI, ma così raffigurata risultano gli stessi 176 PPI anche per il fullHD poiché ha una diagonale di soli 12,5 pollici.

Nella realtà è più probabile che display ad una risoluzione più alta abbiano PPI più alti e non puramente le dimensioni; ad esempio nei negozi troviamo TV di 50 pollici fullHD, quindi con 44 PPI, mentre quelle 8K non sono di 200 pollici, proprio perché non hanno 44 PPI, ma magari 135 PPI su una diagonale di 65 pollici.

4k uhd risoluzione differenze

Quindi più che la dimensione assoluta, va valuta la restituzione del dettaglio, proprio come la nostra vista.

Punto di osservazione

Durante l’osservazione, la percezione dei pixel da parte dell’occhio, è influenzata dalla grandezza/distanza di ogni pixel (i PPI appunto), ma anche dal punto di osservazione (più lontano siamo, meno dettagli notiamo).

Per capire il concetto, partiamo sempre dall’occhio umano; quest’ultimo, con visione 10/10, ha una risoluzione di circa un 1 minuto d’arco. Questo significa che considerando un campo di vista frontale di 90° in verticale e 90° orizzontale, il numero di pixel contenuti in tale visione è 324 megapixel. Risoluzione che, tra l’altro, risulterà inferiore alle reali potenzialità, poiché il campo di vista complessivo è di circa 180° di orizzontale e 120° in verticale, ovvero circa 576 Megapixel!

ppi percezione risoluzione

Compreso questo concetto, sappiamo di dover mantenere al massimo 1 minuto d’arco come risoluzione per non percepire distintamente i pixel che lo compongono. Empiricamente, per un display fullHD, questo minuto d’arco implica che l’osservatore deve posizionarsi a 1,7 volte la diagonale dello schermo. Per fare un esempio pratico, un monitor di 50 pollici 16:9 fullHD, va osservato ad almeno 85 pollici di distanza, ovvero 2,15metri. In un 50 pollici UHD i pixel, passando da 2 a 8 milioni, hanno una densità quadrupla e quindi la distanza minima si dimezzata, portandoci ad una visione confortevole anche a 0,85 volte la diagonale (in questo caso circa 1 metro).

Distanze ottimali: rapporto dimensione/risoluzione

Alle distanze di cui sopra, quindi, i singoli pixel non possono essere risolti, massimizzando contemporaneamente l’area di visualizzazione. Ovviamente nulla ci vieta di osservare un display UHD/4K di 50 pollici da 3 metri, ma non noteremo nessuna differenza rispetto ad una risoluzione fullHD.

risoluzione distanza dimensione rapporto

Come mostrato in questa grafica, possiamo osservare un display da 65 pollici con risoluzione fullHD da 3 metri di distanza senza percepirne i pixel; sostituendo il display con uno da 65 pollici, ma Ultra HD o 8K, non noteremo alcuna differenza, viceversa vedremo i pixel ad una risoluzione 720p.

Faccio notare che stiamo argomentando solo di dimensione e risoluzione, quindi non va confuso lo standard televisivo 4K HDR che vi darà una percezione più vivida e profonda delle immagini di uno fullHD perché entrano in ballo altri fattori (profondità colore, luminosità, etc.)

Il campo visivo

Avendo valutato correttamente la dimensione giusta per la risoluzione scelta in base al proprio punto di osservazione, l’ultimo parametro da valutare è il campo visivo.

Potremmo osservare un display 8K di 70 pollici ad un metro, poiché i PPI sono sufficienti per non notare i pixel, ma così facendo la superficie da osservare è talmente ampia da non riuscire a “contenerla” tutta confortevolmente. Proprio come quando sediamo in prima fila al cinema e dobbiamo ruotare gli occhi per vedere bene da sinistra a destra lo schermo. Questo accade perché l’occhio umano ha un angolo di campo molto ampio, è vero, ma riusciamo a concentraci solo su una piccola parte alla volta.

In base all’uso che del display (monitor computer, televisore, cinema, etc.) abbiamo un angolo di campo raccomandato per non affaticarci, come illustrato nella grafica seguente.

Ricapitolando: possiamo osservare un display tanto vicino purché non notiamo i pixel presenti (PPI display in rapporto alla distanza), ma “indietreggiare” se il campo visivo è troppo ampio per riuscire ad osservare l’intera scena con un “colpo d’occhio”.

Ad esempio: avendo una immagine 4K su un display da 65 pollici, possiamo avvicinarci massimo a 1,2 metri, avendo però una visione ottimale di un film a 2 metri. Per lavorarci al computer, invece, possiamo porci ben più vicino.

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Alfredo Carbone

Alfredo Carbone – CEO Big Bang Production e specializzato in fotografia.

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